Lionello Venturi

Nasce a Modena il 25 aprile 1885 e muore a Roma il 14 agosto 1961. 
E’ figlio di Adolfo Venturi (1856-1941) e si laurea in Lettere e Filosofia nell'Università "La Sapienza" di Roma nel 1907. Inizia la sua carriera di storico dell'arte come ispettore prima nelle Gallerie di Venezia e poi nella Borghese a Roma (1909-1912). Nel biennio successivo è Direttore e Sovrintendente della Galleria Nazionale di Urbino. Acquisisce la libera docenza in Storia dell'arte medievale e moderna e, nel 1915,  viene nominato professore straordinario di Storia dell'arte nell'università di Torino. Con l'entrata in guerra dell'Italia si arruola volontario e nel 1917, a seguito di un ferimento, viene congedato con decorazione. 
Dal 1919 riprende ad insegnare, fino al rifiuto del giuramento imposto dal regime fascista ai professori universitari nel 1931, quando deve abbandonare la cattedra e riparare a Parigi dove rimane sino al 1939. 
Durante l'esilio tiene corsi e conferenze nelle università di Parigi, Lione, Londra, Cambridge e negli Stati Uniti. L'espansione nazista in Europa lo costringe a stabilirsi a New York sino al 1945. In questo periodo insegna nella John Hopkins University di Baltimora, nella University di California, nell'Università di Città del Messico, nella Ecole Libre de Hautes Etudes di New York e in molte altre città del Nord e del Sud America.
Nel 1945 ritorna in Italia e riprende l'insegnamento nell’Università La Sapienza di Roma, sino al collocamento fuori ruolo nel 1955. 
Tra le molte, alte onorificenze conseguite dal Venturi nella sua lunga carriera scientifica in Italia e all'estero, si distinguono quelle di accademico dei Lincei, di San Luca, delle Scienze di Torino, oltre che di corrispondente dell'Institut de France. 
I suoi titoli si contano nell'ordine di circa 800 tra libri, saggi, opuscoli, recensioni, articoli ecc.
La sua prima opera critica monografica è Le origini della pittura veneziana (1907) a cui segue Giorgione e il giorgionismo (1913), innovativo nella metodologia d'indagine sul pittore.
Nel 1919 affronta per la prima volta la critica con La critica e l'arte di Leonardo da Vinci: il giudizio del valore artistico comincia ad assumere le valenze di quei procedimenti scientifici i quali, anche attraverso il confronto con l'estetica idealistica crociana, porteranno all’abbattimento della separazione tra storia dell'arte e critica d'arte. 
Nel 1926, con Il gusto dei primitivi  e con Pretesti di critica, la storia dell'arte diviene storia delle idee sull'arte, così come il riconoscimento dell'importanza che l'opera dell'artista sia tramandata come problema sempre aperto avviene con la Storia della critica d'arte (I ed. 1936). 
Libertario per vocazione Venturi si batte per l'internazionalità della cultura e l’interesse per gli artisti contemporanei segue il passo della sua evoluzione, critica ma anche politica, tanto che durante l’esilio è, all’estero, attivo esponente dell'opposizione perseguitata e membro della "Concentrazione antifascista" e di "Giustizia e Libertà" a Parigi; della "Lega internazionale contro il razzismo e l'antisemitismo" [Lica] e della "Mazzini Society" a New York. 
La ripresa dell’attività accademica in Italia, dopo la seconda guerra, e gli ultimi anni di instancabile attività lo portano a nuove scoperte e studi sul contemporaneo sia occidentale (rinnovati viaggi in tutta Europa e in America), sia orientale (India, 1954). 
 
Per la pubblicistica di Lionello Venturi si v.: E. Battisti (in Scritti di storia dell'arte in onore di Lionello Venturi, 1956); N. Ponente (in "Commentari", 1962); R. Lambarelli (in Da Cézanne all'arte astratta. Omaggio a Lionello Venturi, 1992); S. Valeri (Bibliografia di Lionello Venturi, in “Storia dell’arte”, n. 121, 2008).
Per una biografia più esaustiva sul Venturi si v., in ultimo, S. Valeri, Lungo le vie del giudizio nell’arte. I materiali dell’Archivio di Lionello Venturi nella Sapienza Università di Roma, Campisano editore, Roma 2014.
 

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